Tango di luna
Di notte, sotto la luna, in un posto qualsiasi
del mondo, nasce il Tango di Luciana Savignano. Una grande
artista incontra il tango e il tango incontra la sua vita,
i suoi pensieri. Sotto le luci al neon di una milonga
abbandonata un cameriere compie i suoi gesti quotidiani
a passo di tango, come se il locale fosse ancora affollato;
un uomo, seduto a terra, lucida le sue scarpe da tango;
entra Luciana, felina, volto da idolo antico: «È
qui che s’impara il tango?». Il primo incontro
è già un abbraccio. L’abbraccio tra
una donna che continuamente rinnova la sua sfida con la
freschezza di una bambina, e un uomo che invece ha già
fissato in schemi definiti la sua vita. I due si scoprono,
si sfidano, si amano, si svelano. Sotto la luna anche
il tango si trasforma, intrecciandosi con altre danze.
Issata su tacchi alti e abbandonata tra le braccia di
Alejandro Angelica, tanguero doc che del tango nato nell’arrabal
porteño conosce passi e anima, Luciana diviene
ella stessa quel «pensiero triste che si balla»
(J. Borges) nel quale può essere riassunta tutta
una vita.
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