domenica 6 marzo 2011 ore 18
Palacultura Antonello


BORIS PETRUSHANSKY
pianoforte



FRANZ SCHUBERT
17 Ländler D 633

DMITRIJ ŠOSTAKOVIC
Sonata in si min. op. 61


DMITRIJ ŠOSTAKOVIC
24 Preludi e Fughe op. 87:
6. Preludio e Fuga in si min
5. Preludio e Fuga in re magg.

FRANZ SCHUBERT
Sonata in re magg. op. 53 D 850


Boris Petrushansky
Hanno qualcosa in comune Schubert e Šostakovic, compositori tanto distanti tra loro per epoca, cultura, contesto geografico e biografia? Forse più di quanto non immaginiamo. Boris Petrushansky ha ideato il suo recital con l’intento di mettere a confronto questi due mondi sonori apparentemente diversi ma in realtà vicini nella loro ermetica estraneità alla realtà circostante. Una realtà (la dittatura sovietica per Šostakovic, il regime poliziesco della Restaurazione viennese per Schubert) vissuta come limitazione, come oppressione, con la sola via di fuga offerta da una scrittura musicale che usa le forme classiche per nascondere un mondo segreto fatto di motti, citazioni, autocitazioni. Un sottile gioco di rimandi lega infatti tutti i brani in programma, esaltandone il legame interiore e favorendo un’integrità d’ascolto. Boris Petrushansky, nato a Mosca, è stato l’ultimo allievo del grande didatta Heinrich Neuhaus. Ha suonato con le più importanti orchestre sotto la direzione di direttori come Valery Gergiev, e ha collaborato con virtuosi quali Misha Maysky, Leonid Kogan e Igor Oistrakh. Dopo la fine dell’URSS si è stabilito in Italia, e insegna all’Accademia Pianista Internazionale di Imola.


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