Giuseppe Albanese
«Suona il pianoforte da quando ha
cinque anni. Col passare del tempo il promettente
bambino - che qualche anno dopo si faceva dipingere
i nomi di Beethoven, Chopin e Liszt in stile graffitaro
sullo zaino per adeguarsi alla moda del momento
senza tradire i suoi idoli - è divenuto un
interprete apprezzato in tutto il mondo. Trionfi
nei concorsi internazionali, una carriera in costante
ascesa. La laurea in Filosofia e un contratto di
docenza universitaria... ». Così il
mensile Amadeus apriva nel gennaio 2012
un lungo articolo su Giuseppe Albanese, apparso
in concomitanza con la pubblicazione del suo CD
dedicato a Debussy nei 150 anni dalla nascita. Anche
debussiano è il programma che il giovane
pianista calabrese, perfezionatosi alla Scuola di
Imola con grandi maestri, propone a Messina dopo
averlo eseguito in teatri storici come La Fenice
di Venezia, il Bibiena di Mantova, la Sala Maffeiana
del Filarmonico di Verona e il Rossini di Pesaro.
La sua rilettura del compositore francese ne riattualizza
le caratteristiche poetiche con una libertà
interpretativa che, lontana dall’essere arbitrio,
restituisce per intero quelle suggestive atmosfere
in cui, come diceva lo stesso Debussy, «la
musica si libra sulla cima degli alberi in una luce
en plein air».