Franco D'Andrea
Franco D’Andrea è un musicista
che non ha bisogno di presentazioni. La sua storia
artistica è talmente ricca, intensa, coerente,
che per condensare in pochi tratti tutte le sue
collaborazioni, gli incontri, le opere significative
ci vorrebbero forse le parole di un poeta.
“Il
piano solo rappresenta nel jazz una delle occasioni
più adatte per ricercare, improvvisando,
nuove combinazioni musicali, con esiti imprevedibili.
In genere il musicista ha molti tasselli del mosaico
pronti. Nel mio caso possono essere composizioni
originali o anche brani dei miei autori preferiti
(Kid Ory, George Gershwin, Duke Ellington, Billy
Strayhorn, Thelonious Monk, Lennie Tristano, John
Coltrane) col profumo che le varie ere del jazz
a cui appartengono portano ancora oggi con sé.
Ma la trama finale è tutta da inventare,
il racconto che ogni sera si dipana sul palcoscenico
sarà sempre diverso. Inoltre, qualche volta,
suonando può venire alla luce un elemento
musicale nuovo, non conosciuto, di cui non sono
chiare le implicazioni. Accettare il confronto con
questo nuovo elemento significa, in un certo modo,
aprirsi un varco verso il mistero“.dipana
sul palcoscenico sarà sempre diverso. Inoltre,
qualche volta, suonando può venire alla luce
un elemento musicale nuovo, non conosciuto, di cui
non sono chiare le implicazioni. Accettare il confronto
con questo nuovo elemento significa, in un certo
modo, aprirsi un varco verso il mistero“
Franco
D'Andrea
jazz
e nuovi linguaggi