domenica 15 marzo 2015 ore 18
Auditorium Palazzo della Cultura «Antonello da Messina»


 

FERRANTE
plays
FERRANTE

 


Gabriele Maria Ferrante,
violoncello
Francesco Bruno, flauto
Alberto Giacchino, violino
Domenico Piccichè, pianoforte

 


Musiche di Andrea Ferrante


Ferrante plays Ferrante

L’idea che la musica possa scorrere al di là del tempo, oltre le barriere fisiche dello spazio è il filo, sottile e robusto a un tempo, che lega suoni e protagonisti del concerto. Gabriele Maria Ferrante, giovane promessa violoncellistica, interpreta le musiche del padre Andrea apprezzato compositore, i cui lavori sono eseguiti in tutto il mondo insieme con musicisti considerati dal compositore «sensibili e attenti amplificatori della sua voce più intima». Gabriele Maria Ferrante, figlio di Andrea Ferrante, nato nel 2000, ha iniziato a studiare violoncello con Giovanni Sollima e composizione con Marco Betta presso il Conservatorio di Palermo. Ha partecipato a concorsi per giovani solisti conseguendo il primo premio. Ha suonato con l’Ensemble di violoncelli diretto da Giovanni Sollima. È dedicatario di composizioni di autori contemporanei eseguite in prima assoluta. Il 5 ottobre ha inaugurato la stagione concertistica 2014/15 dell'Auditorium RAI di Palermo suonando in duo con il pianista Massimiliano Damerini.".
In questo concerto per la Filarmonica Laudamo, il giovanissimo Gabriele si esibirà insieme a tre grandi personalità musicali siciliane, docenti presso i conservatori di Messina, Palermo e Trapani. Alberto Giacchino: titolare della cattedra di Musica da Camera al Conservatorio “V. Bellini” di Palermo, Domenico Piccichè, professore di I fascia di Pianoforte principale presso il Conservatorio di Musica di Stato “A. Scontrino” di Trapani e Francesco Bruno: titolare di cattedra di flauto presso il Conservatorio di Musica “A. Corelli” di Messina.

“Non vi è emozione più intensa, per un compositore, che quella di misurare tempi e osservare spazi che si rimodellano sulle vibrazioni della propria musica. Poi, quando tempi e spazi trascendono quelli dell’evento in sé, l’emozione assume la connotazione del sublime. Sono grato a Alberto, Domenico e Franco, e a mio figlio Gabriele Maria, che oggi restituiscono in una dimensione trascendente e onirica il riflesso finito dell’infinito”.

Andrea Ferrante

classica


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