giovedì 22 gennaio 2015 ore 21
Teatro Vittorio Emanuele «Sala Sinopoli»


PANNONICA JAZZ WORKSHOP

 

Giovanni Randazzo, sax soprano, sax tenore
Antonino Cicero,
fagotto
Sergio Silipigni,
basso tuba, chitarra
Luciano Troja,
pianoforte
Nuccio Perrotta,
contrabbasso
Filippo Bonaccorso,
batteria


“Strayhorn!”
Omaggio a Billy Strayhorn nel centenario della nascita



Arrangiamenti: Luciano Troja
Coordinamento: Filippo Bonaccorso


 

BILLY STRAYHORN (1915-1967)
Lush Life
Isfahan aka Elf (Billy Strayhorn - Duke Ellington)
Daydream (Ellington - Strayhorn - Latouche)
Passion Flower
Johnny Come Lately
Lotus Blossom
Take The A Train
A Flower Is A Lonesome Thing
Chelsea Bridge
The Star - Crossed Lovers/Pretty Girl
(Duke Ellington - Billy Strayhorn)
U.M.M.G. - Upper Manhattan Medical Group

Concerto inserito nel calendario ufficiale della
Billy Strayhorn Foundation, Inc.,
New York



Pannonica Jazz Workshop

Pianista, compositore, arrangiatore, il nome di Billy Strayhorn è collegato a quello di Duke Ellington, con cui collaborò per oltre venticinque anni, inscindibilmente.
Per le sue inconfondibili sonorità, per la connotazione formale e la modernità delle sue composizioni, egli oggi è giustamente celebrato come uno dei grandi compositori americani del ’900.
Il Pannonica Jazz Workshop, con questo tributo in occasione del centenario della nascita, ha cercato di indagare nella vena compositiva dello Strayhorn più indipendente e forse più personale, ispirandosi all’unica vera incisione a suo nome, registrata nella amata Parigi nel 1961, con il titolo The Peaceful Side Of Billy Strayhorn (per la Capitol) dove le sue meravigliose canzoni, evocano chiaramente echi dell’impressionismo francese, e della musica europea in generale.
Il Pannonica Jazz Workshop, coordinato da Filippo Bonaccorso e Luciano Troja, è nato a Messina intorno al 2004, con la partecipazione di un gruppo di musicisti al fine di perfezionarsi nella pratica jazz e nell’improvvisazione musicale. Nel lavoro del workshop sono presenti “regole” e relative “trasgressioni”, tradizione e innovazione, brani a forte componente “scritta” come pure ad elevata improvvisazione, ma il vero leader è il gruppo, che con il proprio suono, con le idee e gli stimoli che cerca di proporre, fa girare verso direzioni privilegiate tutta quella che è la materia dell’ensemble.


“Strayhorn era il mio braccio destro, quello sinistro, gli occhi che avevo dietro la testa; le mie onde cerebrali viaggiavano nel suo cervello, e le sue nel mio”.

Duke Ellington

jazz e nuovi linguaggi


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